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Produrre sostanza etica

Produrre sostanza etica

Sostenibilità 25 Nov 2025 di Fabio Fantuzzi

Lo stato del mondo: Geosfera, biosfera, atmosfera, infosfera, etosfera
La sostanza morale
Innovazione a due velocità
Cambiamo l’ordine: ‘la carne è debole, ma lo spirito è forte’!
Scienza, coscienza, moralità
Oggettività morale: dietro ad un fatto materiale c’è un fatto morale
Valori astratti e valori operanti
Rimuovere le rimozioni
È tempo di sostenibilità
La sostenibilità richiede tempo
Gli effetti della sostenibilità vengono dopo molto tempo

Lo stato del mondo: geosfera, biosfera, atmosfera, infosfera, etosfera

La geosfera, cioè la parte minerale del pianeta, presenta problemi a livello di litosfera (impoverimento di riserve di materie prime minerali), idrosfera (inquinamento e impoverimento delle falde) e atmosfera (inquinamento e riscaldamento globale).

La biosfera, cioè la parte del pianeta dove è possibile la vita, presenta il gravissimo fenomeno della perdita di biodiversità e della rottura di diversi delicati equilibri che hanno resistito sin qui all’impatto dell’azione antropica.

La noosfera è quello strato pensante (introdotto da Teilhard de Chardin) che avvolge il pianeta ed è costituito dall’attività pensante umana e dalle sue realizzazioni. Strettamente collegato a questo c’è il concetto di infosfera, come ‘spazio’ delle informazioni.

Consideriamo che un’informazione ha la caratteristica di poter essere vera o falsa e più o meno rispettosa dei diritti e dei bisogni degli Homo Sapiens, e, prendendo a prestito il concetto, definiamo informazione inquinata quella che è falsa, distorta o manipolativa. Beh, allora possiamo affermare che l’infosfera è la parte decisamente più inquinata del sistema terrestre.

È evidente quanto in questa carrellata siamo andati a diminuire progressivamente la densità: solidi, liquidi, gas, informazioni. Procedendo in questa progressione possiamo immaginare un ulteriore strato costituito da quella parte assolutamente immateriale che abbiamo ipotizzato in Homo Sapiens, la parte spirituale. Questa parte sta prima delle informazioni che si diffondono e prima dei pensieri che le generano. Sta in quel movente della volontà intenzionale che possiamo definire morale. La chiameremo quindi etosfera.

L’etosfera, contrariamente alle sfere sottostanti, non è rovinata o impoverita dall’attività antropica. È in via di formazione, e al momento è ancora piuttosto debole.

La sostanza morale

Rappresentazione di un'industria green

La sostanza morale è intimamente legata ai concetti di coscienza e responsabilità. Si è responsabili di azioni di cui si è coscienti. Le problematiche sociali e ambientali che minacciano il nostro futuro si sono create per due ordini di motivi:

  • non ci si rendeva conto che le azioni che si intraprendevano procuravano danni all’ambiente o a altri Homo Sapiens
  • ci se ne rendeva conto e deliberatamente si anteponeva il beneficio per sé 

Lo sviluppo sostenibile reclama che venga posto rimedio ad entrambe queste due cause di degrado:

  • occorre preoccuparsi anticipatamente di tutti gli impatti che produce la propria attività
  • occorre ricercare un equilibrio tra il beneficio per sé e i gli effetti sull’ambiente e sugli altri Homo Sapiens presenti e futuri.

La situazione planetaria sta quindi incalzando Homo Sapiens a comportarsi bene. Per comportarsi bene bisogna averne l’intenzione. 

È questo tipo di intenzione la ‘sostanza’ necessaria per generare lo strato morale.

Innovazione a due velocità

Abbiamo già visto che l’anima umana è un teatro nel quale si incontrano e scontrano diverse correnti di forze: 

  • alcune che trovano la loro manifestazione estrema nelle brame, che hanno a che fare con la nostra provenienza dal mondo animale e che mirano all’ottenimento di benefici materiali possibilmente immediati; queste correnti di forze sono fortemente dipendenti dalla reattività alle percezioni provenienti dai sensi e dagli istinti
  • altre che mirano alla realizzazione di rappresentazioni create dalla nostra attività pensante e razionale; l’esistenza di queste forze è evidente in molti processi di innovazione che determinano cambiamenti a vari livelli, ad esempio: tecnologie, leggi e regolamenti, cultura e ideali sociali

Dall’esito dell’incontro di queste correnti di forze dipendono le sorti del genere umano. Quello che sta succedendo è che l’innovazione che assume la forma di una tecnologia che può entrare nel mercato sotto forma di prodotti o servizi fruibili e acquistabili si diffonde velocemente. L’innovazione che potremmo definire ‘etica’ va più lenta e sino ad oggi non ha tenuto il passo.

La prima avviene grazie ai nostri meccanismi mentali reattivi, mentre la seconda può esserci solo in presenza di meccanismi mentali proattivi.

Per portare il tutto a sintesi, potremmo dire che è quanto mai vero che ‘Lo spirito è forte, ma la carne è debole’.

Cambiamo l’ordine: ‘la carne è debole, ma lo spirito è forte’!

Al punto in cui siamo arrivati, questa situazione di fatto, che ha accompagnato la storia dell’umanità sin qui, ci mostra con crudezza la sua incompatibilità con scenari di futuro positivi e desiderabili per il genere umano.

L’evoluzione spirituale e morale di Homo Sapiens è necessaria per la sopravvivenza della specie.

L’esperienza ci dice che l’acquisizione di un livello adeguato di coscienza e responsabilità a livello massivo per la comunità mondiale degli Homo Sapiens è molto difficile e poco probabile 

La stessa esperienza ci dice senz’ombra di dubbio che tale acquisizione è possibile, per il semplice motivo che ci sono tanti esempi positivi, a livello sia individuale che collettivo.

Molto semplicemente, visto che l’alternativa ha tutta l’aria di portarci all’estinzione, occorre investire tutto su questa possibilità per quanto possa razionalmente risultarci molto scarsa.

Scienza, coscienza, moralità

Si tratta pertanto di usare meglio la nostra capacità razionale nel rappresentarci in modo più attinente la realtà che stiamo vivendo, sviluppare maggior autocoscienza delle distorsioni e dei bias cognitivi cui siamo soggetti e adottare un approccio più etico al nostro agire nei confronti dell’ambiente e dei nostri simili. Le chiavi sono quindi, come afferma il titolo del paragrafo: scienza, coscienza e moralità.

Oggettività morale: dietro ad un fatto materiale c’è un fatto morale

Gli oggetti e gli eventi materiali che popolano la realtà antropizzata sono la materializzazione di intenzioni da cui si sono avviati i processi che li hanno prodotti. Possiamo considerare un’intenzione un ‘fatto morale’.

Un’intenzione nasce all’interno di un contesto valoriale. Avremo quindi intenzioni determinate da istanze materiali (bisogni), intenzioni determinate da istanze animiche (desideri), e intenzioni determinate da istanze spirituali (aneliti).

Difficile che gli Homo Sapiens ‘rinuncino’ a bisogni e desideri, ma possiamo orientarci verso un potenziamento degli aneliti, in quanto sul piano motivazionale per l’individuo connettersi con qualcosa che possiamo indicare come la propria missione può liberare grandi quantità di energia. Questa energia può alimentare i necessari cambiamenti.

Valori astratti e valori operanti

Se parliamo di aneliti ci stiamo riferendo a valori, e a questo proposito, con riferimento al modo in cui abbiamo descritto il ‘volere’ in uno dei paragrafi precedenti, dobbiamo anche in questo caso considerare che una cosa sono i valori ‘pensati’ e altra cosa, non necessariamente corrispondente, sono i valori ‘praticati’. I valori astratti sono quelli consci, ma visto che, come detto, molto del comportamento dipende da processi inconsci, nei nostri comportamenti diventano visibili (a chi ci circonda) i nostri valori operanti, di cui è normale che noi ignoriamo l’esistenza.

Rimuovere le rimozioni

Il fatto che noi usualmente ignoriamo l’esistenza dei nostri valori operanti dipende spesso dall’azione di un semplice meccanismo psicologico: la rimozione. Con la rimozione ci si ‘dimentica’ un episodio che abbiamo vissuto. Grazie alla rimozione, perdendo la consapevolezza di nostri errori, mancanze, incoerenze, riconquistiamo un’immagine accettabile di noi stessi e il relativo senso di agio, ma lo facciamo al prezzo della perdita dell’impulso al miglioramento. Se ci rendiamo conto di un errore viviamo una qualche motivazione a rimediare (che non è poi detto che seguiremo). Ma se l’errore lo rimuoviamo non abbiamo alcuna motivazione a correggerlo.

Occorre pertanto cercare di contrastare le rimozioni, renderci conto di quanto i nostri comportamenti sono inadeguati in ottica di transizione sostenibile, e correggerli. Quante volte ho sentito dire ‘Certo che sto attento alla sostenibilità: faccio la raccolta differenziata!’. Bene: fare la raccolta differenziata è una pratica lodevole, ma non è affatto sufficiente.

È tempo di sostenibilità

L’ONU aveva dichiarato 2020-2030 ‘Decade of Action’. Purtroppo è successo sinora che si è continuato con parole (sempre più) e fatti ampiamente insufficienti. In realtà anche sul piano delle parole siamo in area inadeguata, in quanto gli impegni di investimento per la transizione sostenibile presi dagli stati sono in misura fortemente inferiore a quella che ritenuta necessaria per raggiungere gli obiettivi.

A oggi si ritiene ormai irraggiungibile l’obiettivo della limitazione entro gli 1,5° dell’aumento medio della temperatura terrestre, ma è drammaticamente importante contenere lo scostamento da quell’obiettivo.

La sostenibilità richiede tempo

Palazzo green

Gli interventi da attuare nell’ambito della transizione sostenibile richiedono tempi medio lunghi per produrre i loro effetti positivi. C’è un intero sistema economico da correggere. La lunghezza dei tempi è determinata in parte da dinamiche economiche, come la riconversione di interi settori, il ricollocamento di persone che operative in ambiti che devono essere abbandonati o almeno circoscritti, in parte tecnologiche, ad esempio la messa a punto in certi ambiti di tecnologie più adatte alla transizione, in parte infrastrutturali, ad esempio la realizzazione dei presupposti per poter abbandonare i motori endotermici per i trasporti su gomma.

Ma c’è un ulteriore processo che richiede molto tempo, ed è il cambiamento del mindset degli essere umani, a livello individuale e collettivo (cioè le organizzazioni).

Gli effetti della sostenibilità vengono dopo molto tempo

L’affermazione nel titolo è assolutamente vera con riferimento al cambiamento climatico. Infatti questo fenomeno ha una tale inerzia che le variazioni positive derivanti da comportamenti più virtuosi saranno percepibili soltanto in un’ottica temporale lunga.

E non si tratterà di ‘benefici’ per come siamo abituati a pensarli, ma piuttosto di attenuazione dei gravi peggioramenti che la scienza prevede a causa dell’attuale modello di sviluppo.

In relazione a quanto evidenziato sin qui, il tempo per agire è adesso: siamo già in ritardo. Non rimandare il cambiamento: scopri come PMI Sostenibile può guidare la tua azienda verso un futuro più responsabile e competitivo. Contattaci ora.

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