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La cura della “socialità” può migliorare una PMI?

La cura della “socialità” può migliorare una PMI?

Lavoratori 10 Feb 2021 di Staff PMI

Non pensare alla Società in senso ampio. La tua PMI è già – di fatto – una micro-società. Delle persone vi lavorano dedicando la parte centrale della giornata. Se ti curi di loro, di come la vivono e di come potrebbero farlo meglio, stai già cercando di ottenere un cosiddetto “impatto sociale” positivo.

Ci si guadagna:

  • maggiore affezione al lavoro in azienda,
  • più qualità e quindi
  • valore per i clienti.

Di riflesso si ottiene:

  • un clima di lavoro migliore,
  • innovazione, e
  • più redditività.

Non male, no?

Colloquio di sviluppo

In pratica cosa puoi fare?

Inizia a chiederlo a loro: i tuoi collaboratori. Essere presi in considerazione fa piacere. Se non lo hai mai fatto, all’inizio saranno spiazzati e potrebbero non avere idee. Sono abituati a lavorare nel modo usuale. Non si aspettano altro e non propongono altro. Ma con pazienza e cura l’orto dà i suoi frutti, anche se a guardarlo per qualche tempo può sembrare non succeda nulla.

Ecco una breve guida a una semplice forma dei Colloqui di sviluppo in 10 passi:

  1. Inizia con brevi colloqui di 10 minuti ogni mese. Chiedi come stanno al lavoro e se c’è qualcosa che desiderano migliorare o che potrebbe migliorato. Ricorda che anche il ruolo più umile corrisponde a uno specialista in un processo particolare. E ogni processo può essere migliorato.
  2. Fai attenzione alla disposizione d’animo con la quale conduci questi piccoli colloqui. Questo fa la differenza. Questo li fa funzionare. Se lo facessi con sufficienza o già presupponendo che non ne ricaverai che una perdita di tempo, questo sarà percepito, in qualche modo, ed è probabile che… avrai ragione. Se invece lo facessi con sincera aspettativa positiva, apertura (e pazienza), potrai stupirti di avere anche in questo caso ragione.
  3. Appena arriveranno i primi timidi consigli, anche fossero molto semplici o banali, annotali con cura. Questi possono essere di due tipi: “A” migliorie alle quali possono dare un contributo o che che possono dipendere da loro stessi, e “B” migliorie che dipendono da altri.
  4. In entrambi i casi chiedi loro quanto sarebbero disposti a impegnarsi in prima persona affinché siano realizzate. Raccogli la risposta e poi dì loro che quello che hanno detto sarà tenuto in considerazione.
  5. Quindi, fissa una data per un colloquio successivo.
  6. Nel tempo prima del successivo colloquio, considera se accettare i consigli e fare qualcosa di concreto per metterli in pratica, oppure se ciò non sia opportuno.
  7. Nel successivo colloquio, qualunque sia la tua decisione, comunicalo loro e argomenta brevemente. Ringrazia sinceramente per il contributo, e…
  8. …se avrai deciso di seguire i consigli e questi fossero di tipo “A” (dipendono da loro o vi possono contribuire), elabora con loro un piccolo piano d’azione, ascoltando prima cosa pensano di fare e, in caso avessero poche idee di come mettere in pratica i propositi, sollecitando prima una loro riflessione;
  9. …se fossero di tipo “B” (qualcosa che altri dovrebbero migliorare), spiega loro cosa sarà fatto; dagli una scadenza e nei successivi colloqui aggiornali sull’avanzamento dell’iniziativa (o sul suo compimento, se non fosse facilmente evidente).
  10. In ogni caso reitera i colloqui possibilmente dando loro un “ritmo”, una cadenza regolare. Questo, nel tempo, li rende un piccolo rituale; una bella piccola occasione di innovazione che rinsalda dei legami non superficiali.

Se emergono dei consigli non ben specificabili e/o complessi, potresti decidere di sostenere un processo di studio, di ricerca, di formazione (più o meno approfondito e strutturato) del quale sia protagonista o nel quale coinvolgere il collaboratore. Anche questa è la via dell’innovazione.

Applicare queste pratiche di colloquio è rigenerante e costruttivo, anche se non saranno sempre “rose e fiori”. Dissensi e conflitti sono normali e addirittura utili. Saperli gestire è una grande risorsa.

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