Il valore, tra ambiente e anima umana

Il questo articolo parliamo di:
- Economia reale e denaro
- Dare, ricevere, offrire, prendere
- Il valore
- Il denaro
- L’errore fondamentale
- L’ecoansia
- Denaro e servizi ecosistemici
- Il mito di Re Mida
Economia reale e denaro
L’economia riguarda i processi che sono innescati dai bisogni umani e comprendono la produzione e la circolazione di merci, beni o servizi. Alla base della produzione di beni e servizi ci sono facoltà umane che possiamo definire talenti. L’economia reale è fatta di concreti bisogni umani e concreti beni e concreti servizi che concreti esseri umani producono direttamente o indirettamente.
Rapportarsi all’economia e gestirla come una materia il cui aspetto principale sia il denaro è la fonte dei grossi guai nei quali ci siamo messi e coi quali dobbiamo ora confrontarci.
Dare e ricevere, offrire e prendere
La vita economica si basa su scambi: qualcuno dà, qualcuno riceve; qualcuno offre, qualcuno prende. Dietro al proliferare di teorie e concetti sempre più astratti che costituiscono le scienze economiche si possono riconoscere questi gesti umani estremamente basilari che ci mettono in relazione con i nostri simili e con l’ambiente. Questi gesti, per quanto rivestano una dimensione materiale, sono portatori anche di aspetti interiori, legati al nostro sentire, a emozioni e sentimenti.
Posso dare qualcosa a un mio simile e ricevere in cambio qualcos’altro. Posso prendere qualcosa dall’ambiente, e si tratta di vedere in che modo lo faccio, se mi preoccupo o no di non impoverire l’ambiente.
Se imposto la mia vita più sul prendere che sul dare e sull’offrire, posso considerare la possibilità che sto ponendo delle premesse che potrebbero generare un disequilibrio? Può essere che dall’altra parte ci sia qualcosa o qualcuno che risulta impoverito? Come si fa a fare questo confronto tra quanto do e quanto ricevo? Tra quanto prendo e quanto offro?
Considerando il valore.
Il valore
Se ci chiediamo cosa per noi ha valore, il concetto chiave di tutta la vita economica, possiamo facilmente renderci conto che per noi ha valore tutto ciò che può soddisfare un nostro bisogno, un desiderio o un’aspirazione. Quindi ci è abbastanza facile dare valore alle cose che vogliamo procurarci. Più difficile può risultare dare un valore a ciò che noi abbiamo da offrire.
Queste nostre attribuzioni di valori dovranno poi fare i conti con i valori di mercato. E succederà che in certi casi ci sia compatibilità, in altri meno. Ad esempio può sembrarci congrua rispetto alla nostra valutazione la cifra che ci chiedono per un buon pranzetto, mentre potrebbe risultarci del tutto improponibile la remunerazione che ci propongono per un nostro impegno professionale. Visto che i nostri bisogni, desideri e aneliti hanno come oggetto entità molto diverse, dobbiamo continuamente confrontare e decidere.
Il denaro

Parlando di valore è immediato pensare al denaro. Al proposito, occorre considerare che molte delle cose che per noi hanno valore le possiamo acquisire col denaro, ma non è mai il denaro in sé a poterci soddisfare.
Nonostante ciò il denaro è da tempo diventato nei pensieri di Homo sapiens un valore in sé: si è dato, e si continua a dare al denaro più valore di quanto se ne dia alle risorse sostanziali, che siano naturali o umane. Si sacrificano le seconde, concrete, in nome del primo, che in fin dei conti è solo un’astrazione e una convenzione.
Questo è il difetto forse maggiore del nostro attuale modello di sviluppo.
L’errore fondamentale

È opinione diffusa che tutto ciò che è avvenuto grazie alla rivoluzione industriale sia da considerare un ‘progresso’, dando a tale termine una valenza positiva.
Se è fuori di dubbio che la rivoluzione industriale abbia portato enormi benefici mettendoci a disposizione beni di consumo e apparecchiature tecnologiche sempre più raffinate e a prezzi sempre più bassi, cambiamenti che possiamo percepire come miglioramenti della qualità della vita, i recenti eventi climatici e le conoscenze scientifiche sullo stato del pianeta e della società stanno mettendo il progresso in una luce complessivamente discutibile, visto che, a causa degli effetti collaterali del progresso già avvenuto e previsto nei prossimi anni, ora è in gioco la nostra sopravvivenza sul pianeta. Questo lo si sa dagli anni ‘70.
L’arricchimento ‘monetario’ ottenuto col modello capitalistico ha richiesto un crescente impiego di energia e causato l’impoverimento delle risorse sostanziali, ambientali e sociali, da cui dipende la qualità delle nostre vite.
A tendere il modello capitalistico porta a una situazione per nulla desiderabile in cui c’è ricchezza finanziaria con la quale è però sempre più difficile, a causa di scarsità o scomparsa, acquistare valori sostanziali: cibo sano e di qualità, pace, clima sociale sicuro, clima meteorologico non rischioso e adatto alle nostre vite e attività, bellezza dei luoghi naturali, fiducia nel futuro.
L’ecoansia
Un fenomeno massimamente sintomatico della gravità della situazione presente è la perdita di fiducia nel futuro da parte delle ultime generazioni nei paesi ricchi. Per quanto ne sappiamo è la prima volta che succede che una persona giovane si rappresenta di essere destinata ad una vita peggiore di quella dei suoi genitori.
Un fenomeno in forte aumento è la ecoansia, neologismo creato per riferirsi alla preoccupazione riguardo agli effetti del cambiamento climatico. Dagli studi fatti al riguardo questo fenomeno sembra riguardare una quota rilevante dei giovani nei paesi ricchi.
Se la paura del futuro può essere una motivazione per l’azione, la mancanza di fiducia può invece alimentare rassegnazione e passività.
Denaro e servizi ecosistemici
L’attribuzione di valore al denaro in sé, tanto da farlo diventare il valore di gran lunga dominante, è, come già detto, l’errore fondamentale.
Questo errore va corretto: non sarà facile, non sarà immediato, ma la direzione da intraprendere è questa.
I processi economici e le decisioni in campo economico devono essere modificati dando sempre più importanza agli aspetti sostanziali, riguardanti gli effetti su ambiente e persone, e sempre meno importanza agli aspetti puramente finanziari. In altre parole, occorre rimettere al centro l’uomo con i suoi bisogni, togliendo potere alle dinamiche del capitale, che tendono ad assumere una natura sempre più astratta e svincolata dalle risorse materiali reali.
La vita umana ha una base biologica che ha assolutamente bisogno di beni reali, in primis dei cosiddetti servizi ecosistemici:
- supporto alla vita (come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e produzione primaria),
- approvvigionamento (come la produzione di cibo, acqua potabile, materiali o combustibile),
- regolazione (come regolazione del clima e delle maree, depurazione dell’acqua, impollinazione e controllo delle infestazioni),
- valori culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi).
La scienza da tempo ci dice che a causa del degrado ambientale questi servizi ecosistemici si stanno rapidamente indebolendo.
Il mito di Re Mida
Quello che è successo e che continua a succedere è molto efficacemente rappresentato dal mito di Re Mida:
Secondo la versione narrata da Publio Ovidio Nasone ne Le metamorfosi, un giorno Dioniso aveva perso di vista il suo vecchio maestro e patrigno, Sileno.
Il vecchio satiro si era attardato a bere vino e si era perso ubriaco nei boschi, finché non fu ritrovato da un paio di contadini frigi, che lo portarono dal loro re, Mida.
Mida riconobbe Sileno e lo trattò affabilmente, ospitandolo nella sua reggia per dieci giorni e notti, mentre il satiro intratteneva il re e i suoi amici con racconti e canzoni.
L’undicesimo giorno, Mida riportò Sileno in Lidia da Dioniso, il quale, felice di aver ritrovato il suo anziano tutore, offrì al re qualsiasi dono desiderasse. Mida, allora, gli chiese il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava
Il re si accorse presto però che in tal modo non poteva neppure sfamarsi, in quanto tutti i cibi che toccava diventavano istantaneamente d’oro. Rendendosi conto che la sua cupidigia di denaro lo avrebbe portato alla morte, implorò Dioniso di togliergli tale potere. Il dio, impietosito dal pentimento del re, esaudì la richiesta.
Re Mida è il sistema economico, reso ottuso dal capitalismo (purtroppo ancora non consapevole e non pentito).
La sostenibilità corrisponde a Dioniso che può sciogliere l’incantesimo del capitalismo consumistico e finanziarizzato.
Dobbiamo assolutamente tradurre il finale del mito in realtà.
Valore, ambiente, persone: è il momento di ripensare il futuro. Scopri come PMI Sostenibile può supportare la tua impresa nel cammino verso la sostenibilità.