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Cosa sta succedendo al clima? Lo scenario attuale preoccupa più del previsto

Cosa sta succedendo al clima? Lo scenario attuale preoccupa più del previsto

Sostenibilità 7 Ott 2022 di Staff

Il cambiamento climatico sta destando sempre più preoccupazione. Temperature sopra la media, ghiacciai che si sciolgono, fenomeni climatici estremi, fiumi che esondano o che vanno in secca, terreni che soffrono la siccità e le violente piogge. Davanti a tutto questo il benessere dell’uomo è a rischio. Infatti, a quanto dicono gli scienziati della Portland State University dell’Oregon, sembra che l’essere umano abbia una minor sopportazione del caldo e delle alte temperature rispetto a quello che si pensava. 

A riguardo, il ricercatore Vivien Shandas ha spiegato che il corpo umano ha bisogno di tempi precisi per abituarsi ai cambiamenti climatici. Il problema attuale, dice Shandas, è che le variazioni climatiche stanno avvenendo troppo rapidamente tanto da non permettere all’essere umano di adattarsi. Tutto questo porta con sé gravi risvolti sulla salute, come ad esempio disidratazione, crampi e malori. 

La situazione appare veramente grave, per questo è necessario prendere una maggiore consapevolezza del problema e comprendere che tutti, nessuno escluso, dobbiamo fare la nostra parte. Il cambiamento climatico è una delle sfide più grandi dei nostri tempi e, stando a quanto affermato nella dichiarazione congiunta dei 16 capi di Stato e di governo europei, la nostra generazione è la prima a sperimentare e vivere la crisi climatica e probabilmente anche l’ultima se non si decide di agire subito e con azioni concrete. Inoltre, il Global Risk Report 2022 ha stilato una classifica dei dieci rischi per livello di gravità: al primo posto troviamo la mancata azione climatica seguita dagli eventi atmosferici violenti e dalla perdita della biodiversità. Solo al sesto posto troviamo le malattie infettive come il Covid-19. Questo mostra come il clima e l’ambiente siano tra i rischi più gravi che minacciano tutti gli abitanti della Terra.

Nel presente articolo vogliamo parlare dello scenario climatico attuale e comprendere quali sono i fenomeni che stanno destando preoccupazione per capire cosa si intende quando si parla di effetto serra, variabilità climatica e simili. Procederemo a parlare di come la situazione attuale sia più grave del previsto riportando alcuni dati del report del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite. 

Cosa si intende per cambiamento climatico? Perché la situazione attuale è più preoccupante di quello che si pensava? Perché è importante che i problemi del Covid-19, della guerra e del rincaro dell’energia non rallentino la messa in atto di azioni concrete per contrastare la crisi climatica? Lo vediamo in questo articolo e, in modo più dettagliato, durante il nostro prossimo webinar gratuito che terremo giovedì 20 Ottobre alle ore 17:00. I posti sono limitati, registrati ora.

Cosa sta succedendo al clima?

Quante volte in pandemia abbiamo sentito dire che si combatteva contro il nemico invisibile, il virus, e quante volte ci siamo sentiti impotenti rispetto a quello che stava accadendo al mondo intero? Probabilmente tante. Oggi però il mondo non si trova solo a contrastare il virus. Purtroppo, l’umanità combatte, già da molto prima della pandemia, un’altra grande battaglia, quella contro il cambiamento climatico. Il cambiamento climatico, come dichiarato dal Global Risk Report, più del Covid-19, rappresenta il gigante delle sfide, perché la sua inarrestabile velocità, se non si agisce subito, provocherà la fine dell’umanità. 

Tutto questo spaventa perché riguarda ognuno di noi, nessuno escluso. Nonostante la situazione sia drammatica in molti non hanno ben chiaro cosa stia succedendo al clima. Cosa si intende quando si parla di cambiamento climatico, effetto serra e surriscaldamento globale? Rispondere a queste domande è necessario per comprendere le azioni che si possono mettere in atto per contrastare la crisi climatica.

Il clima, o più precisamente, il sistema climatico riguarda: l’atmosfera: lo strato di gas che circonda la superficie terrestre; l’idrosfera: gli oceani, i mari, i laghi e i fiumi; la criosfera: i ghiacciai e le masse di neve e, soprattutto, la biosfera: il sistema delle zone della Terra in cui è possibile la vita.

Da sempre si sente parlare di variabilità climatica, il clima infatti, sin da quando la Terra esiste, è stato sempre soggetto a cambiamenti. Fino a circa un secolo fa queste fluttuazioni climatiche dipendevano principalmente da cause naturali; negli ultimi decenni, invece, sono causate anche dall’azione dell’uomo che, non essendosi preoccupato degli effetti sull’ambiente delle sue attività, hanno portato allo scenario che stiamo vivendo oggi. Ma cosa si intende quando diciamo che il cambiamento climatico dipende anche dall’azione dell’uomo, un’azione che potremmo definire ‘egoistica’?

Facciamo un passo indietro. Come abbiamo detto poc’anzi, si sente sempre più spesso parlare di gas serra e di effetto serra. I primi sono sostanze naturalmente presenti nell’atmosfera terrestre e sono dei veri e propri regolatori della temperatura del nostro Pianeta, perché consentono di trattenere nell’atmosfera una parte dell’energia termica proveniente dal sole. Il fenomeno è conosciuto come ‘effetto serra’ perché, proprio come le serre usate in agricoltura e giardinaggio, permette, grazie al mantenimento di temperature più alte di quelle naturali, un miglior sviluppo di certe forme di vita. Su scala planetaria l’effetto serra ha consentito la creazione di un ambiente più adatto alla vita sul nostro Pianeta. Quindi questo processo è necessario e fondamentale per l’uomo e per tutti gli abitanti della Terra. Allora perché bisogna ridurre l’emissione di gas serra? Questi gas sono sia presenti naturalmente che prodotti dall’azione incessante dell’uomo. Il gas a effetto serra più presente è l’anidride carbonica (CO2). Con l’avvento dell’era industriale la produzione di CO2 è fortemente aumentata in relazione alla produzione di energia ottenuta bruciando combustibili fossili, alla deforestazione, all’enorme aumento dell’utilizzo di mezzi di trasporto a motore, al ricorso ad allevamenti intensivi, al consumo di suolo, eliminando da esso la vegetazione che svolge un effetto positivo di assorbimento dell’anidride carbonica. L’eccessiva emissione di gas serra provoca così un’alterazione davvero preoccupante dell’equilibrio termico della Terra portando al surriscaldamento globale, ovvero all’innalzamento anomalo delle temperature. Mentre fino a circa un secolo fa il sistema era in equilibrio, quindi l’effetto serra era tale da mantenere sostanzialmente costante la temperatura media dell’atmosfera, a causa dell’eccessiva immissione di gas a effetto serra succede che la temperatura media dell’atmosfera si sta rapidamente alzando. Tutto questo causa gravi conseguenze, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, la siccità e l’aumento di fenomeni atmosferici, come alluvioni, frane e simili. 

Ed è proprio alla luce di quanto appena detto che a tutti, aziende comprese, viene chiesto di fare la propria parte adottando comportamenti sostenibili. Di questo parleremo più approfonditamente nel nostro prossimo webinar gratuito, giovedì 20 Ottobre alle ore 17:00. Se non l’hai ancora fatto, registrati adesso

Perché lo scenario è più preoccupante del previsto?

Secondo l’ultimo report IPCC delle Nazioni Unite, il cambiamento climatico, di cui abbiamo parlato nel precedente paragrafo, sta provocando impatti più preoccupanti del previsto. 

Prima di vedere alcuni sconvolgenti dati che attestano quanto sopra dichiarato vediamo che cos’è il report IPCC. Questo è sviluppato in quasi 4.000 pagine e mostra gli impatti del cambiamento climatico sull’ecosistema terrestre e marino, sull’alimentazione, il benessere e la salute degli esseri viventi. Dall’ultimo report si evince come il surriscaldamento globale potrebbe portare all’estinzione della metà delle specie terrestri, all’aumento della malnutrizione in tante parti del mondo e all’incremento di fenomeni atmosferici estremi e ingestibili. 

Vediamo di seguito alcuni dei dati più rilevanti emersi dal report.

L’aumento delle temperature, abbastanza contenuto, di 1,1 grado è stato sufficiente per innescare lo scioglimento dei ghiacciai e il danneggiamento delle foreste. Per questo si stima che con un riscaldamento di 1,5 °C sono a rischio estinzione circa il 14% delle specie terrestri, per arrivare al 18% con un innalzamento delle temperature di 2 °C e raggiungendo il 48% dell’estinzione se si dovesse raggiungere l’innalzamento delle temperature di 5 °C. Inoltre, con 1,5 gradi di riscaldamento globale 350 milioni di persone saranno soggette a scarsità d’acqua entro il 2030

Inoltre, dal report è emerso che dal 1960 la crescita della produttività in Africa si è ridotta di a causa dei cambiamenti climatici e si stima che nel prossimo decennio più di 132 milioni di persone si troveranno a vivere in condizioni di povertà estreme con un aumento della mortalità per il caldo e patologie cardiache. 

Oltretutto, il report ha rilevato che attualmente all’incirca 3,6 miliardi di persone vivono in paesi altamente vulnerabili agli impatti del clima e in queste nazioni la mortalità per siccità, tsunami e inondazioni, nel decennio che va dal 2010 al 2020, è stata 15 volte maggiore che nei paesi con un rischio ridotto. 

Nel complesso la situazione è davvero molto preoccupante e come affermato da Camille Parmesan del Marine Institute della University of Plymouth: “una delle conclusioni più evidenti del report IPCC è che stiamo assistendo a impatti negativi molto più diffusi e molto più marcati di quanto ci aspettassimo”.

Questo sta avvenendo a causa di effetti sistemici del cambiamento climatico, che la scienza prima che si verificassero non aveva correttamente previsto. Ad esempio: lo scioglimento delle superfici ricoperte di ghiaccio, che, in quanto bianche, riflettono buona parte della luce, fa sì che l’assorbimento del calore da ciò che compare al loro posto, di solito acqua blu, assorba più luce, causando un aumento della temperatura. Oppure, non si era sufficientemente considerato che lo scioglimento del permafrost causa il liberarsi in atmosfera di grandi quantità di gas naturale, che è purtroppo un gas a effetto serra molto più potente dell’anidride carbonica.

La necessità di agire tempestivamente

Lo scenario che si prospetta fa paura e quello attuale non è da meno. Il 2050 è l’anno in cui si è stabilito che le emissioni dovranno raggiungere un determinato equilibrio per evitare ulteriori danni irreparabili all’ambiente. 

Come abbiamo detto più volte è importante, anzi fondamentale, che tutti, aziende incluse, iniziamo a fare la nostra parte. Non è più tempo di procrastinare e di rimandare il problema a “domani”. Scenari attuali e altrettanto gravi, come la guerra in Ucraina, il rincaro sui costi dell’energia, la pandemia da Covid-19, non devono essere il motivo che spinga individui e imprese a rimandare le azioni rispetto al problema del cambiamento climatico a un momento in cui si pensi che ci saranno meno urgenze da gestire. Infatti, una scelta del genere, seppur comprensibile, potrebbe portare a conseguenze fatali per l’intero ecosistema, quindi soprattutto per noi esseri umani.

Per questo bisogna prendere realmente in considerazione i dati emersi dal report IPCC e agire tempestivamente. Come farlo? Le aziende come possono ripensare il business, cambiare la cultura e la mentalità della propria impresa per diminuire l’impatto ambientale? Ne parleremo nel nostro prossimo webinar gratuito “Sostenibilità aziendale:chi rimanda è bocciato”, che terremo giovedì 20 Ottobre alle ore 17:00. Registrati ora. 

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